La pandemia da Coronavirus ha fatto emergere tutti gli scempi che negli ultimi decenni sono stati perpetrati dalla politica in Italia, che ha preferito guardare alla Sanità come al settore dove effettuare i maggiori tagli dei costi di gestione, inserendo una logica di profitto. La conseguenza è stata che un po’ tutti hanno pagato sulla propria pelle, e dal punto di vista economico la riduzione dei costi ha causato da una parte la riduzione del servizio pubblico e dall’altra una crescita esponenziale del servizio privato. I cittadini, influenzati dai mass media, hanno ritenuto giusta la politica di rigore economico, approvando spesso anche la chiusura di nosocomi che sembravano inutili. In alcuni casi, sicuramente ciò è vero, l’esempio della provincia di Salerno è emblematico: 16 ospedali, ma solo tre sono quelli completi, dove essere trasportati per un accidente cerebro-cardio vascolare nel rispetto della regola che suggerisce di recarsi nell’ospedale più sicuro, non in quello più vicino. E così il nostro Servizio Sanitario e il settore della Ricerca Medica, giudicati tra i migliori al mondo, hanno subito, dopo decenni di sviluppo dal dopoguerra agli anni novanta, un periodo di rilevante contrazione dei finanziamenti e di controllo dei costi non mirato a verificare, com’è sacrosanto fare, la congruità delle spese, ma a promuoverne la drastica e, qualche volta, indiscriminata riduzione. Si è agito in questi anni da ragionieri, tagliando i costi e riducendo i servizi, mettendo in discussione la salute e la vita dei cittadini. Ed è stato paradossale immaginare che per correre ai ripari si è dovuto assumere medici e paramedici ridotti di numero dalla politica che ha governato l’Italia e le Regioni nell’ultimo trentennio.
Ma, nonostante tutto, il nostro Sistema Sanitario, con l’immediata immissione di denaro da parte della Protezione Civile, ha fronteggiato il virus e forse superato la più grande prova dal dopoguerra ad oggi, che ha contagiato in Italia oltre 240 mila persone, causando la morte finora di più di 34mila persone, soprattutto anziani. Le immagini provenienti dagli Stati Uniti e dal Brasile rattristano fortemente le coscienze, nel vedere poveri e senza fissa dimora, sepolti in fosse comuni. In ogni caso, la politica dovrà riflettere molto, fare un bilancio degli errori commessi durante il Covid-19, per non ripeterli più, come i molti decessi degli anziani nelle Residenze Sanitarie Assistenziali che potevano essere evitati con una più attenta valutazione del rischio, lutti che la gente non potrà mai superare. La politica dovrà riflettere molto sullo smantellamento del Servizio Pubblico Sanitario, e ripensare diversamente a tale servizio e alla logica organizzativa, perché la salute dei cittadini è alla base dell’economia e non può pertanto rappresentare un costo per la società. Tutto ciò sicuramente non si poteva immaginare, però il diritto di ogni cittadino è di essere tutelato attraverso un Sistema Sanitario adeguato ai tempi e pronto di fronte ad ogni emergenza.
Luigi Bernabò
