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IMPATTO COVID SUGLI “INVISIBILI” DELLO SPETTACOLO

IMPATTO COVID SUGLI “INVISIBILI” DELLO SPETTACOLO: EMERGONO I DATI DELLA RICERCA.

Presentata il 14 marzo 2022 la ricerca della Fondazione Centro Studi Doc sulla situazione lavorativa dei tecnici dello spettacolo a seguito della pandemia. Il mondo dello spettacolo fa i conti con una dispersione di personale tecnico e artistico senza precedenti: lavoratori senza certezze, 1/5 dei quali ha abbandonato il settore che nel 2019 produceva 1,4 miliardi di euro (0,6% del PIL italiano). Hanno partecipato alla conferenza Michela Montevecchi, Senatrice, Segretaria VII Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali; Francesca Martinelli, Direttrice della Fondazione Centro Studi Doc; Fabio Fila, Presidente STEA Soc. Coop.; Patrizia Aganetti, Ufficio pianificazione STS Communication; Simona De Lellis, Referente Doc Crew (Doc Servizi); Alberto “Bebo” Guidetti de Lo Stato Sociale, La Musica Che Gira; Silvio Righi, Referente #ChiamateNoi. Il mondo dello spettacolo è stato uno dei settori maggiormente colpiti dagli effetti delle misure legate al Covid-19, con una perdita dal 2019 al 2020 di 8 miliardi di euro e del 21% dei lavoratori, di cui il 12,7% tecnici dello spettacolo. Per capire meglio il significato di questi numeri, tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, la Fondazione Centro Studi Doc ha condotto una ricerca quantitativa basata sulla somministrazione di questionari ai quali hanno risposto oltre 1000 tecnici e 40 service. La ricerca, pubblicata in Quaderni della Fondazione Centro Studi Doc, Verona 2022, è stata firmata da Francesca Martinelli, Lidia Barion, Simona De Lellis e Fabio Fila. I dati raccolti mostrano che se la maggioranza dei lavoratori (78%) ha ripreso a lavorare nell’ambito dello spettacolo e degli eventi, un quinto dei tecnici (21,7%) ha abbandonato il settore. In particolare, un decimo del totale (10,3%) sta cercando ancora lavoro nello spettacolo, mentre poco più di un decimo (11,4%) ha deciso di abbandonare definitivamente il settore. La crisi ha colpito soprattutto le donne e i lavoratori tra i 30 e i 50 anni con una famiglia a carico o con un mutuo. Lavoratori di basso-medio livello con impieghi stagionali e competenze difficilmente spendibili in altri settori dello spettacolo, ma fondamentali per la riuscita degli eventi live e teatro. In realtà, la crisi non ha fatto altro che peggiorare le pregresse condizioni di fragilità di questi lavoratori, i cosiddetti “invisibili”, dello spettacolo, un settore in estrema difficoltà da sempre. Tra le esigenze principali è emersa, ad esempio, la questione dei compensi: servono pagamenti certi e puntuali e compensi adeguati alla mansione. La ricerca ha confermato quanto sia necessaria una riforma e, in particolare, provvedimenti come l’indennità di discontinuità. “Bisogna uscire dalla forma mentis per la quale nella cultura non esiste professionismo – è intervenuta la Senatrice Michela Montevecchi – e la battaglia che si sta facendo nel mondo dello spettacolo è la testa d’ariete per il riconoscimento degli stessi principi in tutto il mondo della cultura”. “Io vorrei sfatare il mito per il quale tecnici e artisti svolgono lavori diversi – commenta Alberto “Bebo” Guidetti, che ha scritto la postfazione della ricerca. Abbiamo gli stessi inquadramenti”. “Dalla ricerca sono emerse cinque richieste da parte dei tecnici che nel breve termine potrebbero contrastarne la dispersione professionale – ha specificato Simona De Lellis – tutelare la discontinuità, garantire l’accesso alle protezioni sociali, verificare l’applicazione dei contratti di lavoro, supportare il ricambio generazionale attraverso la formazione e contratti ad hoc, agevolare i percorsi di formazione alla sicurezza”. La ricerca è stata finanziata dalla Rete Doc e realizzata in collaborazione con ANSI – Associazione Nazionale Services Italiani, Adotta un Fonico e dagli un Lavoro Vero, Bauli in Piazza, BEA – Best Events Awards, BeNow, Music Innovation HUB, STS Communication srl, Skeldon, UNISCA, ZioGiorgio e #ChiamateNoi.

Mariangela Maio

Leggi QUI la copia digitale de Il Commendatore Magazine.

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