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INTERVISTA A LA SCAPIGLIATURA

Uscito il 26 novembre 2021, e presentato in anteprima alla Milano Music Week, Coolturale (Mescal Music, distribuito da Sony Music Italy) è il nuovo e atteso album di inediti de La Scapigliatura. Anticipato da Ios Mykonos, Rincontrarsi un giorno a Milano, L’insostenibile leggerezza dell’indie e l’ultimo singolo Gli Indifferenti, Coolturale è un’istantanea ambigua e critica, un “manifesto estetico” del nostro tempo, un gioco di parole che sprona a riflettere sull’attualità del concetto, tanto sottovalutato quanto abusato. L’ascolto si presenta come un viaggio, che dalla canzone italiana passa per il pop francese e l’elettronica berlinese, fino a sconfinare nei paesaggi rarefatti del post rock nordeuropeo, creando ambienti sonori vasti e compositi. Un background internazionale ed eclettico che riflette le molteplici esperienze di vita e lavoro della band, progetto musicale dei fratelli Jacopo e Niccolò Bodini, già vincitori nel 2015 della targa Tenco come miglior opera prima. Con il movimento artistico milanese del XIX secolo, da cui prende il nome, La Scapigliatura condivide il caos creativo di capelli e idee. Segue l’intervista ai fratelli Bodini.

Coolturale è un disco in cui la canzone d’autore incontra sonorità elettroniche e contemporanee, e riflessioni personali si alternano a tematiche politiche e culturali. Come è stato sviluppato questo concept?

“Si tratta di un album sviluppato interamente dalle nostre coscienze che, per ragioni anche famigliari, hanno delle caratteristiche in comune, in primis l’attitudine alla riflessione, forse proprio perché di natura siamo molto passionali. Con il termine Coolturale volevamo creare una parola farmacologica che, proprio come il pharmakon, termine che in greco antico si utilizzava per indicare sia il farmaco che il veleno, contenesse il problema e la sua soluzione. Non guardiamo al passato con nostalgia ma nemmeno al presente con devozione. Cerchiamo di creare la nostra cooltura”.

Berlino: “Alexander Platz senza neve o Battiato è spoglia e tu, tu sei ancora più fredda”. Il brano vuole essere un omaggio al “Maestro” della musica italiana, scomparso quest’anno?

“La canzone rende omaggio anche a Battiato ma soprattutto all’immaginario che le sue canzoni sanno creare, un immaginario potente che si sovrappone alla realtà e ne influenza la nostra percezione. Alexander Platz nei versi di Battiato dischiude un mondo incongruente e quasi fantastico, fatto di neve, Schubert, DDR, ma quando finiamo per incontrare la piazza, per come è oggi, ne rimaniamo delusi. La canzone è stata scritta prima della sua scomparsa, ma sicuramente Battiato è uno dei cantautori, e dei compositori che più ci ha influenzato per il suo modo di fondere canzone d’autore, elettronica e leggerezza pop”.

“Ascoltami i poeti laureati oggi fanno gli impiegati e sono poco usati”: In Montale c’è un chiaro riferimento ad una sua poesia, I limoni. Il perché di questa scelta.

I limoni è una poesia con una doppia finalità: criticare una certa cultura accademica, quella dei poeti laureati, che usano solo nomi di piante poco usati, e, allo stesso tempo, esaltare la semplicità del giallo dei limoni, promuovere una poetica della sensazione e del quotidiano. In questi versi Montale finisce per opporre la coltura alla cultura. Ma che ne è di questa critica nella Cooltura del nostro tempo? Oggi i poeti laureati non sono più egemonici ma si ritrovano piuttosto a fare gli impiegati. I limoni, invece, sono qualcosa di estremamente cool. Rileggere I limoni diventa quindi un modo di riflettere sul concetto stesso di Coolturale che è alla base dell’intero album”.

Gli indifferenti ci rimanda al romanzo d’esordio di Alberto Moravia, una rappresentazione negativa della contemporaneità e della borghesia italiana di allora. Chi sono oggi “Gli indifferenti”?

“Sono diversi anni che la retorica borghese e benpensante, per utilizzare termini sessantottini ma estremamente attuali, sottovaluta e sminuisce i segnali evidenti del ritorno del fascismo, l’ideologia menefreghista per natura e, francamente, ci piacerebbe che si aprissero gli occhi sulle conseguenze dell’indifferenza perché è un virus che sta colpendo tutti. Nella canzone Gli indifferenti proviamo ad offrire la nostra personale soluzione: l’indifferenza all’indifferenza, una sorta di negazione della negazione di marxiana memoria. Il punto è che siamo nati dagli altri e da loro non possiamo prescindere”.

Mariangela Maio

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