“Non sparate sul cantante”. L’intervista esclusiva per Il Commendatore a Enrico Ruggeri.
Un misterioso personaggio è oggetto di una sparatoria nel suo locale, sul suo palcoscenico. È un musicista, vituperato da tempo e umiliato negli ultimi due anni, armato solo della sua voce e dei suoi suoni.
È in radio dal 21 ottobre “Non sparate sul cantante”, il nuovo singolo di Enrico Ruggeri, tratto dall’album “La Rivoluzione” (Anyway Music, Marzo 2022). Il brano, scritto in collaborazione con Massimo Bigi, unisce atmosfere propriamente western ad un rock mozzafiato nel quale sono le chitarre a guidare il gioco. Scelto dallo stesso Ruggeri per aprire il tour estivo, “Non sparate sul cantante” è stato da subito accolto dal pubblico con un gradimento speciale. Enrico Ruggeri non ha bisogno di presentazioni, è uno dei più raffinati e poliedrici artisti della scena nazionale. Ha pubblicato dal 1978 ad oggi 38 album, vendendo oltre 5 milioni di copie. Primo a fare un tour con una grande orchestra, ha vinto due volte il Festival di Sanremo, collezionando quattro premi della critica. Le sue canzoni sono state interpretate da artiste come Fiorella Mannoia, Loredana Bertè, Mina, Anna Oxa e da Gianni Morandi. Ha pubblicato dieci libri, l’ultimo dei quali è il best seller “Un gioco da ragazzi”. Dopo “Il falco e il gabbiano”, un programma di storytelling che ha incontrato i favori di pubblico e critica, ha condotto sette serate su Rai Uno con la fortunata serie “Una storia da cantare”. Segue l’intervista.
“Non sparate sul cantante”, quanto ha di autobiografico questo brano?
“L’autobiografia è sempre in agguato. In questo caso si parla di un artista che è sotto attacco: mi sembra di essere il musicista che più si è trovato in questa situazione, essendo stato l’unico ad aver preso posizioni spesso impopolari”.
“Un uomo dovrebbe esser così grande da capire quanto è piccolo” e “Non bastano un’asse e una corda per fare di te un impiccato” sono parole potenti. Cosa vogliono rivendicare?
“La prima frase racconta la consapevolezza della fragilità umana, la seconda ricorda che fino all’ultimo respiro non bisogna darsi per vinti”.
Qual è il ruolo sociale del cantante?
“Il cantante, come tutti gli artisti, deve stimolare i sensi dell’ascoltatore, aiutarlo a riflettere senza annoiarlo e spingerlo a migliorarsi”.
Il nuovo singolo è tratto dall’album “La Rivoluzione”. Cosa significa, oggi, “fare rivoluzione”? È un concetto ancora praticabile?
“È un concetto praticabile eccome! Oggi, però, per essere veramente rivoluzionari bisogna mettere in conto il rischio dell’impopolarità e l’aumentare dei nemici”.
In merito alla fotografia-cover dell’album: quanto è cambiato, negli anni, il ragazzo in seconda fila?
“Qualche certezza in più (non molte), più autostima e molta, molta più rabbia”.
A cura di Mariangela Maio