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JOHNNY OLA

Johnny Ola. Un viaggio interstellare alla scoperta della Synthwave Music.

È uscito il 2 Agosto 2021 Cosmic Void, il nuovo progetto discografico dell’agropolese Gianluigi Benincasa alias Johnny Ola, Synthwave Producer. Composto dopo Lost Control, Cosmic Void è un viaggio spaziale dove imprevisti piacevoli e sgradevoli s’intrecciano trasportando l’ascoltatore verso visioni immaginifiche ai confini del reale. Johnny Ola esordisce nel 2017 con l’EP Moody Star. Il singolo Nighthawk incluso nell’album Over the Spacelight (del 2018) viene selezionato da We Rule Nation del canale NewRetrowave di Youtube. L’anno successivo Ocean Drive, disco che presenta già una maturazione stilistica, viene selezionato dal canale Youtube e raggiunge, grazie ai brani Summer Rush ’87 e Superhighway, migliaia di visualizzazioni. Avete mai sentito parlare di Outrun, Retrowave, Futuresynth? Non sono altro che denominazioni alternative dello stesso genere, la Synthwave (music). Attenzione a non confonderla con il Synth-wave, col trattino, il pop elettronico sperimentale degli anni ‘80. La Synthwave è un genere musicale caratterizzato dall’uso esclusivo di sintetizzatori, nato in rete nel 2010. Utilizzando la rete come unico canale di distribuzione, la Synthwave ha annientato il contesto geografico. Inoltre, esulando da etichette “fisiche” e canali di promozione tradizionali (comunicati stampa, manager, ecc.) ha attraversato il decennio indisturbata, divenendo genere di nicchia. Spesso descritta come un’appendice nostalgica degli anni ‘80, la Synthwave non si riferisce propriamente a quegli anni bensì all’idea di futuro che quegli anni hanno creato. La Synthwave vuole ricreare non il passato ma un presente alternativo al nostro che corrisponda a ciò che gli anni ‘80 avevano promesso. Un presente che sembri futuro, il nuovo millennio visto dagli anni ‘80 e ricreato in maniera certosina, sorpassando le limitazioni tecniche di quel decennio. Cosmic Void è stato prodotto e mixato nello Studio 22 di Agropoli e masterizzato da Daniele Amoresano al Kasataié Studio di Montecorice.

Johnny Ola, come nasce il tuo nome d’arte?

“Cercavo un nome d’arte che non si discostasse molto dal mio, mi chiamo Gianluigi quindi sono partito da Giovanni e l’ho tradotto nel corrispettivo inglese Johnny. Ma era incompleto, quindi mi sono ispirato ad un personaggio secondario del film Il Padrino, Johnny Ola. Mi è sembrato orecchiabile e facile da ricordare”.

Come ti sei avvicinato alla Synthwave Music?

“Il genere l’ho scoperto per caso. Ho sempre amato la musica elettronica, in particolare il sound degli anni ‘80. Un giorno, ascoltando per l’ennesima volta un album dei Daft Punk e grazie ad alcuni video correlati su YouTube, mi sono imbattuto in So far away di Lazerhawk. Da quel momento ho iniziato a fare ricerche sul genere e scoprire artisti sempre nuovi come Timecop1983, Com Truise, Kavinsky. Poi ho deciso di dare vita ad un mio progetto, creando e pubblicando le mie tracce e iniziando a farmi conoscere sulle piattaforme digitali”.

Parlaci del tuo ultimo album, Cosmic Void.

“Quando ho iniziato a lavorare a Cosmic Void mi sono, da subito, orientato sul tema spazio o meglio su quello che poteva essere un viaggio immaginario e fantascientifico nello spazio. Ogni canzone presenta un titolo attinente al tema e le canzoni seguono tra loro un ordine che trasmette all’ascoltatore l’idea del viaggio e permette di immergersi totalmente”.

I brani a cui sei maggiormente legato?

“I brani a cui sono più legato sono Interstellar dream e Lost Control perché mi sono permesso di sperimentare e di trovare una dimensione ulteriore rispetto alla classica Synthwave. Interstellar dream è il brano con cui inizia il viaggio, è un sogno interstellare, certamente la meno nostalgica dell’album. Lost Control è l’opposto, ha una melodia nostalgica e accattivante, riflette una situazione di pericolo in cui il pilota perde il controllo delle navicella su cui viaggia e teme di perdersi nel vuoto cosmico. Da qui Cosmic Void, il titolo dell’album”.

Mariangela Maio

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