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Il salto della quaglia

LA MOGLIE DI CESARE NON DEVE SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE APPARIRE TALE

Benedetto Croce sosteneva che il politico onesto è il politico capace. E se così fosse ben vengano i titoli sulla stampa e i servizi nei telegiornali televisivi, ben vengano le inchieste, le indagini, ben venga l’alone di sospetto che si addensa, fitto, sulla trasparenza dell’amministrazione comunale di Capaccio Paestum. Ben venga, lo ripeto, poiché è giustificata dalle opere, fatte bene o scriteriate, ma comunque opere. A un politico onesto si chiederebbe questo: opere. Un lungomare, qualche casetta dell’acqua, la manutenzione e il teatro, soprattutto quello. Il resto, consiglieri comunali ai domiciliari, funzionari apicali interdetti dai pubblici uffici, nomi associati a chi o a cosa, tutto questo, beh, ma chi se ne frega! Opere, il placebo migliore per ogni problema. Però, perché un però deve pure esserci, c’è anche un’altra scuola di pensiero, quella che, per citare Paolo Borsellino, sostiene che un politico non deve essere soltanto onesto ma deve anche apparire tale. Perché, se a un medico non si chiede se ha pagato le tasse ma soltanto se fa bene il suo lavoro, è anche vero che si avrebbero delle remore ad affidare i propri figli a qualcuno accusato di pedofilia. E se sull’onestà non discuto, che reputo piena in essi, sull’apparenza di onestà devo ammettere che amministratori e affini dovrebbero almeno lavorarci, giusto un po’, almeno per non lasciare che menzogne simili rovinino la loro reputazione di gentiluomini. Ma questo è il mio pensiero e, a essere sincero, sembra anche quello di pochi, considerando che notizie del genere non hanno mosso indignazioni, se non le poche, se non le solite, e i “crociani” si sono stretti, coesi, attorno al loro politico capace. E va pure bene, lo sottolineo, questione di pensieri. Non va bene però che quello che resta dell’opposizione se ne stia in silenzio, in disparte, mi permettano il termine, omertosa a fingere che altri siano i problemi. Continuino a fare la voce grossa sulle opere che in decenni, e su questo ha ragione chi amministra, loro non sono stati capaci di fare. Vadano in tv a sindacare sul teatro e sul lungomare e a non fare neanche uno straccio di comunicato stampa su queste cose da cui, una cosa di buono hanno fatto amministrativamente, sono stati lontani. E facendo così continuino a farsi dire, a ragione, che devono soltanto mangiare “pastina in brodo”, perché per affrontare argomenti del genere ci vuole consistenza. (Sperando che quando esca questo numero sia ampiamente smentito e qualcosa, in consiglio comunale, venga almeno detta).

Pasquale Quaglia

 

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