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L’AMORE IN PSICOLOGIA

Definire l’amore non è semplice in quanto ciascuno fa la sua esperienza di amore che differisce da quella di chiunque altro. Tuttavia, la psicologia può individuare alcuni elementi che fanno parte di questa definizione e sono sempre presenti. Lo psicologo Sternberg definisce l’amore come il risultato di tre elementi fondamentali: intimità, passione e decisione-impegno. Queste tre dimensioni danno luogo a sette possibili configurazioni dell’amore che rappresentano i tipi di relazione di coppia:

1) Simpatia: È una relazione simile all’amicizia ma carente in impegno;

2) Infatuazione: basata solo sulla passione, frequentemente idealizzata;

3) Amore vuoto: è una relazione di facciata, carente in sostanza;

4) Amore romantico: costituita da euforia ed intimità ma spesso priva di maturità;

5) Amore amicizia: È una relazione consolidata, fondata sull’impegno in cui la passione è però carente;

6) Amore fatuo: è una relazione dove manca l’intimità e la conoscenza reciproca ed è basata solo sull’intimità;

7) Amore perfetto: costituita dai tre elementi del triangolo.

Ma dietro l’amore c’è anche la chimica. Studi di neuroimaging hanno calcolato il tempo necessario per innamorarsi. Secondo BBC Science, ci occorre un tempo che va dai 90 secondi ai 4 minuti per stabilire se una persona ci piace e questo ha poco a che vedere con quello che questa persona ci può dire, ma dipende da tre fattori che incidono in modo diverso:

  • per il 55% dal linguaggio del corpo (gesti, atteggiamento, sguardi);
  • per il 38% dal modo di parlare (tono e velocità della voce);
  • solo per il 7% dai contenuti che esprime.

Nel 1997, lo psicologo Arthur Aron ha compiuto degli esperimenti su 17 coppie di partecipanti che sono stati invitati a sottoporsi a questi tre passaggi:

  • trovare un perfetto estraneo/a;
  • parlare con lui/lei rispondendo a una serie di 36 domande prestabilite che spaziavano dal generico al personale;
  • guardarsi reciprocamente negli occhi, senza parlare, per 4 minuti.

Il tutto non doveva superare i 45 minuti di durata. Al termine, tutte le coppie coinvolte hanno dichiarato di sentirsi fortemente attratte, o comunque in forte sintonia con l’altro, e due di esse sono arrivate al matrimonio. Durante la fase iniziale vengono rilasciate grandi quantità di dopamina, un neurotrasmettitore che ci fa provare euforia; nella successiva fase, l’innamoramento, i livelli di dopamina continuano ad aumentare, insieme alla noradrenalina e la feniletilamina, che causano spesso insonnia e perdita di appetito. Dopo un anno e mezzo circa, il cervello si trova in uno stato in cui l’idealizzazione dell’altro lascia il posto ad una crescita congiunta e di accettazione delle differenze, se la relazione è funzionale. Tuttavia, ridurre l’amore a semplici reazioni chimiche risulta essere alquanto riduttivo, sarebbe forse più affascinante seguire semplicemente quanto affermato da Jane Austen: “Forse sono le nostre imperfezioni che ci rendono perfetto l’uno per l’altra”.

Dott.ssa Ludovica Emanuela Liccardi

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