Sarà una rarità di questi tempi, in cui la competizione stronca i rapporti sul nascere, ma, personalmente, ho avuto la fortuna di potermi appassionare, più di una volta, alla poetica di raffinate sensibilità femminili del nostro territorio. Quando l’ho conosciuta eravamo due ragazzine delle scuole medie con nessun interesse in comune che non fosse (neanche a dirlo!) la festa patronale di contrada. Nel 2020 ci siamo ritrovate, più adulte e consapevoli, tra i versi dei nostri autori preferiti, a discorrere di un sogno chiamato poesia. Ho avuto il privilegio di essere la sua prima lettrice e mi sono imbattuta in una scrittura il cui punto di forza è la delicatezza delle immagini e delle parole scelte, come una carezza che arriva tanto più in profondità quanto più si fa lieve. Quest’articolo è dedicato alla mia amica Serafina Russo, i cui versi vengono pubblicati oggi per la prima volta. E all’entusiasmo con cui si approccia alla vita.
L’eterno ritorno dei versi
(Poesia di Serafina Russo)
Le stelle nella notte,
gli scorci di tramonti e i letti disfatti.
Questo è il mio verso.
I casini negli sguardi per le parole
taciute delle nostre solitudini
compagne.
Le cascate nelle grotte,
le unghie spezzate e gli obbiettivi normali.
Questo è il mio verso.
Testa contro cuore, mille volte
nei posti dove la vita
è stata cara.
I fiori nelle ville, i doni della terra, i silenzi densi.
Questo è il mio verso.
E se è la spensieratezza dannata
che cerchiamo,
è qui, sulla riva
di pensieri confusi.
Gli alberi in fila, i tetti di Roma, i caffè.
Questo è il mio verso.
L’ho trovato dentro il tumulto
di una schizofrenica risata,
dentro un mare calmo.
Milena Cicatiello