Maurizio e l’Associazione ABA di Salento, il regalo migliore dello scorso Natale.
Maurizio l’ho incontrato durante le festività appena trascorse. Il Natale, lo ammetto, l’ho dimenticato da tempo, un po’ per la pandemia e un altro po’ per il mio animo grinch che spesso viene fuori. Tuttavia, il Natale appena passato (e feste annesse) ho provato a cercarlo ogni tanto presso l’ex Tabacchificio, al Paestum Christmas Experience, nonostante fosse il luogo meno adatto dove poterlo trovare, aiutando e divertendomi con gli amici di Radio Paestum e loro dirette. E Maurizio l’ho visto proprio lì, mentre eravamo in diretta, dall’altro lato del vetro che circondava la nostra postazione, a sorridere a noi e a un gruppo di musicisti che armati di voci e zampogna intonavano ai microfoni qualche canto per l’occasione. Sorrideva, lo si vedeva nonostante la mascherina, dagli occhi radiosi, e con le mani sembrava disegnare un “enorme grazie”, per noi, proprio come un bambino che ha appena scartato il suo regalo e ci tiene a dimostrare la propria soddisfazione. Il motivo di quella gioia lo abbiamo compreso subito dopo, quando si è avvicinato per raccontarci che quei musicisti erano lì per l’associazione che lui presiede, l’ABA di Salento. Per comprendere cosa fa l’associazione basta andare sul loro sito: “Un bambino autistico ha bisogno d’amore. Ascolta il tuo cuore e imparerai a vedere il mondo dal suo punto di vista” è la prima frase che compare sulla home. Si occupano, dunque, dell’inclusione dei bambini autistici e lo fanno, come in quel caso, attraverso la propria presenza a manifestazioni e iniziative dove sono invitati, cui aggiungono numerose attività di supporto a genitori e famiglie, dalla consulenza scolastica a interventi mirati e strutturati. Maurizio, spiega, lo fa da quand’è nata sua figlia, che ci fa vedere, da padre orgoglioso, in alcuni scatti del cellulare. Lo fa per raccontare, per dare una voce a chi non ce l’ha e un udito a chi ce l’ha, ma a volte sembra dimenticarsene, fingendo che un’altra realtà non esista. E invece l’associazione ABA esiste, è reale e Maurizio non teme di evidenziarlo. Eppure lo sottolinea con garbo, con educazione, senza nessuna pretesa di essere ascoltato a forza, perché è consapevole che ogni coscienza raggiunta è una goccia in un vasto oceano ma, parafrasando Madre Teresa, senza quella goccia l’oceano ne risentirebbe. Mentre racconta tutte queste cose qualcuno prende una bicicletta dallo stand dell’associazione e inizia a pedalare. È una hugbike, spiega lui, una di quelle comprate con sudore e donazioni. Serve per regalare a quei bambini la sensazione di andare in bicicletta. Quella per loro non è scontata, come non lo sono tanti gesti quotidiani che devono essere costantemente allenati per non risultare ancora più difficili, se non impossibili. Anche noi dovremmo fare così, allenare di più la nostra capacità di guardarci intorno, per non allontanarci troppo all’interno di questa società sempre più distante. E probabilmente, facendo così, io potrei perfino ritrovare il Natale smarrito: scambiando un regalo con un uomo incontrato per caso. Lui donandomi una storia, io cercando di raccontarla in queste poche righe.
Pasquale Quaglia