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Ritratti di Madame Peluska

NEL REGNO DELLE IMMAGINI

Interior of Chiesa dei Gesuiti (Venice) - left nave - The Martyrdom of St Lawrence - Titian

NEL REGNO DELLE IMMAGINI

Questo è l’incipit di Antonio Cuono (architetto e professore di storia dell’arte al liceo scientifico A. Gatto di Agropoli sezione classica) che dal lontano 2013 rese pubblico, in due quaderni di storia dell’arte “Limite (in)valicabile” e “La barca della sera”, un modello di insegnamento votato alla dialogicità poetica e impressionistica oltreché una raccolta di scrittura creativa e interpretativa  dei suoi alunni, messi a nudo con le loro menti e i loro occhi di fronte alle opere più grandi che la mente umana abbia mai ipotizzato. Fu questo rapporto immediato, spontaneo e squisitamente genuino con l’arte a stabilire un legame profondo e fortemente personalizzato che apriva, in una fase di apprendimento successiva, allo studio tecnico e puntuale della disciplina. Guardare, vedere, sentire, pensare, interiorizzare, elaborare…Attraverso un incontro con il genio, dimenticando lo spazio e il tempo in cui siamo collocati. Propongo di cominciare o ricominciare dalle origini, dalla passione cristiana, con la mia prima intesa giovanile: Tiziano. Osservate e perdetevi prima di rinsavire.

Tiziano, Martirio di San Lorenzo, Chiesa di Santa Maria Assunta o dei Gesuiti (Venezia), 1548. 

L’obliquo tormento

Alzi il braccio verso il nero

di un cielo che inghiotte

muto.

Uno squarcio di luce

si mostra attraverso

profondi varchi della notte

per vegliarti.

Vegliare sul tuo corpo

che arde

e presto sarà cenere

circondato da ombre

intente ad infierire

con spade ed arnesi

taglienti.

L’anima spira,

uomo, e Cristiano,

sotto una marmorea

statua pagana,

in segno di “Giustizia”.

Conosci le fiamme

dell’inferno per godere

di eterna beatitudine.

Non imprechi contro i nemici

preparano anch’essi

il tuo grande destino.

Mediatore tra l’ignoto diafano, a te

comparso per ucciderti ed elevarti

ai Regni inesprimibili,

e la vorticosa carne

scomposta dell’essere.

E’ nel nome di Dio

che il dolore risponde

ai tuoi continui

spasmodici richiami.

Dannato dolore in te impassibile

come solenni monumenti romani, biecamente illuminati

dalle fiaccole,

imperituri alle catastrofi.

All’apice di un maledetto

turbine terreno,

ai piedi di una sublime

ascesi

di fuoco,

guardato da spettri,

freddi marmi,

carni

e dal Divino.

Tu, mio Lorenzo,

non sei davvero uomo.

 

Rachele Siniscalchi Montereale

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