Questi sono alcuni dei numerosi scatti di Alain Volut alle diverse apparizioni, su muri dei vicoli di Napoli e su importanti palazzi storici, abbandonate all’usura del tempo e impregnate di tutto il dolore e la bellezza universali. Il rapporto con Napoli, dell’artista francese Ernest Pignon-Ernest, risale al 1988, dove soggiornò periodicamente fino al 1995, lasciando segni indelebili del suo passaggio nel centro antico, e diventando così il precursore della street art, un protagonista della cultura cittadina tra gli anni ’80 e ’90. Affascinato dal Caravaggio, dal chiaroscuro barocco e misticismo partenopeo: un mondo di sfavillante nobiltà e miseria assoluta, dove la fede cristiana si esprime nel quotidiano attraverso il linguaggio profano e il rituale popolare. La strada diviene lo spazio artistico dell’introspezione, luogo nel quale la notte e di nascosto, affisse grandi disegni e serigrafie in bianco e nero, condivisibili con tutti e per sempre alle luci dell’alba. Nel 2014 Antonio Cuono (architetto e professore di Storia Dell’Arte al Liceo scientifico “A. Gatto” di Agropoli, sezione classica) accompagnò noi studenti per un incontro e confronto a Napoli con il Maestro. L’anno successivo, dopo un rapporto impressionistico e poetico con il sacro, deposto dal Pignon-Ernest, stampò il terzo quaderno di storia dell’arte “Ecce homo”, interamente a lui ispirato. Il 2 marzo del 2019, Ernest è tornato nel Complesso museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco via dei Tribunali a Napoli, per rilanciare la sua visione a nuovi osservatori e critici. Dove sono ora le sue opere?! Come sopravviveranno?! Nessuno può dirlo, poiché ogni istante potrebbe muovere o annullare la loro esistenza. Saranno presenti nell’anima di questa città, e la loro imponenza nella nostra memoria.
TRITTICA APPARIZIONE
Cristo. Nemmeno in sogno. Ad un angolo. Suolo umidiccio. spossato di fiati in gran fretta alla partenza. Nessuna corona. Chiodi scampati. Soltanto tensione. Nessuna passione. Nessuna salvezza e… Nulla più. Cristo non sei. San Lorenzo potresti. Semplice carne miracolosa. Luce accecante sugli occhi provati. Il dolore e il piacere scambiati. Abbandono sulle ceneri dell’uomo. Glorificazione e… Nulla più. Non vedo il tuo sguardo. Muori e respiri morendo. Stai salendo verso un verso senza senso. Sei composto a metà. Attiri l’ignoto. Non farlo. Aspetta e… Nulla più. Dipingi la tua incompiutezza. Immediato punito. Squarcio blasfemo. Nel mezzo inoltrato da mano qualunque. Beato non sei. Un amico lontano. Nemmeno dannato. Nessuna traccia di orrido. Solo. Viso idealizzato. Bellezza cristiana e… Nulla più. Spettro che non vuole lasciarci. I miserabili intorno tremano nella notte. Proponi l’insensatezza della meta. Insensata io stessa che delimito il tuo muoverti. Dannata che ti nega la salvezza e si compiange del vostro dolore. Sei magnifica apparizione. Più moderna rivelazione divina. Tra marciume vivente. Sporcizia urbana. Vagare di anime. Eternizzazioni fluttuanti. L’Assurdo. Verbo nell’ossigeno che soffoca. Che consumerà te. Il Mezzo. E sarà il suo scomparire. Che si offrirà a chiunque senza interessi. Alcuna conseguenza pensante al peso di un Redentore. Al passo di una processione. Procediamo. Procediamo. Impossibile fare altrimenti e…Nulla più. Intrappolati in una nuova religione. Accusami. Accusami. Mi lasci agire come prima. Ed io vorrei il meglio. Ed io. E…Nulla più.
Rachele Siniscalchi Montereale