Ideato nel 1898 dallo statunitense Frank Beal, il paddle si sviluppa principalmente nei paesi dell’America latina (infatti si dice, proprio per la popolarità che assunse nel sud America, sia stato addirittura un messicano di nome Henrique Corcuera a creare questo sport nella propria villa). Si sviluppa poi specialmente in Argentina dove già nel 1993 vi erano 35 mila campi e 4.5 milioni di giocatori. Avrà molta fortuna anche poi in Spagna fino ad arrivare in Italia nel 1991 senza riscontrare però il successo sperato, tuttavia negli ultimi anni a Roma sono stati fondati più di 100 campi data la grandissima somiglianza di questo sport con il tennis, molto amato nella capitale. Soltanto nel 2015 sarà costruito il primo campo di paddle in Campania, a Licola nei pressi di Pozzuoli, mentre questo sport arriverà definitivamente a Napoli soltanto 4/5 anni più tardi in molti centri sparsi per tutta la città. Le caratteristiche specifiche di questo gioco sono molte: è di squadra dal momento che in una partita ci devono essere almeno 4 giocatori ed è inoltre uno sport molto economico, basti pensare che le racchette partono da un prezzo di 50/60 euro, molto inferiore rispetto a quelle da tennis. Le sostanziali differenze tra i 2 però le troviamo ovviamente nelle regole di gioco, poiché nel paddle il campo (molto più piccolo di quello da tennis) è chiuso all’interno di 4 pareti composte da un particolare materiale predisposto al rimbalzo della pallina contro di esse (quest’ultima inoltre può essere rigiocata se rimbalza contro le pareti). Il punteggio è lo stesso che viene applicato nel tennis e gli incontri si disputano sempre al meglio dei tre set. Il paddle, proprio per questa caratteristica, possiamo definirlo divertente e sfrenato a tutti gli effetti, non ci resta quindi, ora che è arrivato praticamente in tutta Italia, di provare il tennis del futuro.
Fernando Giordano