PNRR, investimenti in innovazione e digitale. Una scelta nella giusta direzione.
Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo: è una delle missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR, che ha ricevuto il placet dell’Unione europea. Gli aiuti pianificati sembrano andare nella direzione giusta, quella di rafforzare l’innovazione tecnologica (e con questa la produttività) e la competitività delle PMI. Ma attenzione a non sbagliare i metodi di attuazione, né le tempistiche concordate con l’Europa. Il 22 giugno la Commissione europea ha approvato il Piano di ripresa e resilienza italiano, tappa importante verso l’erogazione di 68,9 miliardi di euro di sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro di prestiti nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Queste risorse agevoleranno l’attuazione delle misure fondamentali di investimento e riforma delineate nel Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR) e saranno essenziali per aiutare l’Italia ad uscire più forte dalla pandemia. Il Piano si sviluppa attorno a tre assi strategici, condivisi a livello europeo (digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale) e lungo le seguenti sei missioni:
- Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura;
- Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica;
- Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile;
- Istruzione e Ricerca;
- Inclusione e Coesione;
- Salute.
La responsabilità nell’attuazione delle varie missioni del Piano ricade direttamente sui Ministeri e sulle Amministrazioni locali che sono responsabili della realizzazione degli investimenti e delle riforme entro i tempi concordati, nonché per la gestione regolare, corretta ed efficace delle risorse. La prima missione, “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura” è quella nella quale si concentreranno maggiormente gli interventi di carattere fiscale, in particolar modo nella “Componente 2” della Missione 1, “Digitalizzazione, Innovazione e competitività nel sistema produttivo”. Gli interventi, relativamente a questa componente, saranno volti al rafforzamento della politica di incentivazione fiscale del Piano Transizione 4.0. Sono stanziati in questa componente 13,98 miliardi di euro, l’80% dei 24 miliardi di euro stanziati per l’intera “Missione 1”. Gli incentivi inclusi nel Piano Transizione 4.0 sono strutturati in modo da promuovere la trasformazione digitale dei processi produttivi e l’investimento in beni immateriali nella fase post-pandemica. Agli incentivi saranno ammessi anche gli investimenti a sostegno della trasformazione tecnologica e digitale della filiera editoriale. Inoltre, sono previsti contributi per sostenere gli investimenti in macchinari, impianti e attrezzature per produzioni di avanguardia tecnologica (Allegato A alla legge n. 232/2016). Si prevede, poi, di sostenere l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, agendo sui servizi offerti dal Fondo introdotto con la legge n. 394/1981. Le risorse finanziarie saranno dirette a investimenti a sostegno delle PMI italiane per favorirne lo sviluppo della competitività, in termini di innovazione e sostenibilità, a titolo di esempio: studi di fattibilità, partecipazioni a fiere internazionali, servizi di consulenza da parte di personale specializzato sui temi legati all’internazionalizzazione ed al commercio digitale, finanziamento di progetti tesi a favorire innovazioni di processo o di prodotto, finanziamento di progetti tesi a sostenere la transizione green dei processi di produzione e di gestione delle attività.
Nicolangelo Di Stasi
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