Prima di addentrarci nella conoscenza del diritto, mi è sembrato opportuno inaugurare questa rubrica giuridica partendo dalla seguente domanda: “Che cos’è la Costituzione?”. La Costituzione è la legge fondamentale del nostro Stato. Eppure questa definizione, formalmente corretta, non appare sufficientemente esaustiva. Dentro a ogni singolo principio in essa enunciato, in ogni singolo articolo in essa trascritto, vi è un groviglio di intenti, pronti a prendere forma. Dal momento che la nostra Costituzione è un testo legislativamente perfetto, un’opera che funziona al pari di una sinfonia di Beethoven, non necessita di alcuna modifica. È perfetta così com’è. Entrata in vigore il 1° gennaio 1948, è stata elaborata allo scopo di rappresentare lo zoccolo duro della democrazia, anche e soprattutto per gli anni e le generazioni a venire. Leggendo la nostra Costituzione, punto per punto, articolo per articolo, non si può non notare la grandissima attualità contenuta nei cd. “principi fondamentali”, regole generali che sono state create dai costituenti allo scopo di tutelare ciascuno di noi sia come “singolo” sia come “collettività”. A questo punto, sorge spontaneo chiedersi: “Perché nasce la Costituzione?”. La Costituzione è nata in un’epoca storica assai particolare del nostro Paese. All’indomani del secondo conflitto mondiale, della fine del fascismo in Italia e della nascita della nostra amata Repubblica. Ecco, la Costituzione ha realizzato una rottura definitiva con il regime dittatoriale, il quale ha annientato ogni ideale di libertà, eguaglianza sociale, giustizia e democrazia. È stato grazie alla nostra Costituzione che il concetto stesso di “persona”, per lungo tempo annullato, è stato riscattato. Peraltro, le parole scelte dai costituenti sono di una semplicità disarmante: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. (Art.1 Cost.). In maniera solenne, quest’articolo racchiude in sé tutti i principi sui quali si erge uno Stato civile: la democrazia, che dà il potere al popolo attraverso il diritto al voto; la solidarietà sociale, la solidarietà umana, l’eguaglianza, la libertà, la dignità umana. Ma perché la Costituzione corre spesso il rischio di rimanere lettera morta? Credo che in buona parte ciò debba ascriversi all’inerzia del legislatore, specie con riferimento ai quei diritti fondamentali che abbisognano di leggi parlamentari di recepimento per essere realmente accessibili (ad es. il diritto al lavoro e alla salute); in parte, ancora, alla sconfinata indifferenza e sfiducia dei giovani nei confronti della politica. Con una certa lungimiranza, il padre fondatore della Costituzione, Piero Calamandrei, si è reso protagonista di un discorso epico: “Però, vedete, la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova, bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile”.
Valentina Cicatiello
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