La parola turismo, in un periodo tanto grigio come questo, è semplicemente un vocabolo preso e messo in stand-by. A volte, riflettendo sul fatto che potremmo a malapena viaggiare con la mente, faccio finta per un attimo di aver preso un anno sabatico da tanti piaceri della vita, forse per amarli e apprezzarli di più quando ritorneranno ad essere pane quotidiano. Una volta che questo brutto sogno, chiamato pandemia, sarà definitivamente concluso, avverrà, però, un’inversione di marcia. Le persone stanche e sofferenti si metteranno in moto per evadere dalla propria routine e partire alla conquista del mondo. Questo scenario collettivo porterà non pochi danni. In un anno di pandemia, infatti, si sono potuti apprezzare miglioramenti temporanei nella qualità dell’aria; impatti positivi anche sui livelli di inquinamento acustico, e in periodo di lockdown flora e fauna si sono in qualche modo ripresi i propri spazi. Il segreto sarà quello di non tornare ad un turismo di massa bensì proiettarsi verso un’idea di turismo sostenibile, perché l’affollamento non solo danneggia l’ambiente, ma compromette la sopravvivenza di tutte le forme di vita che ne fanno parte, creando così uno scompenso del nostro ecosistema. Vi elencherò cinque suggerimenti utili per essere un viaggiatore responsabile e praticare un turismo sostenibile:
1) Scegliere di alloggiare in strutture eco friendly, costruite nel rispetto dell’ambiente con un abbondante uso di materiali naturali e alimentate da energie rinnovabili. In questo modo, è possibile combattere il cambiamento climatico e contribuire al sostegno dell’economia locale senza creare inquinamento o sprechi;
2) Privilegiare i ristoranti tipici che fanno uso di prodotti biologici a chilometro zero. Questo permette non solo ai turisti di gustare prelibatezze sane, uniche ed estremamente gustose, ma anche ai produttori locali di sopravvivere alla concorrenza delle grandi industrie, che cercano unicamente il guadagno a discapito della qualità di ciò che vendono e del giusto trattamento economico di braccianti, allevatori, agricoltori, operai, trasportatori e distributori;
3) Andare a piedi o in bicicletta, quando possibile, è un toccasana sia per i turisti, sia per i residenti. Niente problemi di parcheggio, bassissimi costi di bike sharing, zero inquinamento, attività fisica e benessere gratis;
4) Rispettare sempre l’ambiente chiaramente non gettando rifiuti a terra, non strappando fiori e non infastidendo animali, specialmente durante escursioni all’interno di parchi e riserve naturali;
5) Ricordarsi sempre di essere ospiti, ovunque e ogni giorno. Ritmi, abitudini, usanze, dialetti, lingue e tradizioni sono spesso differenti e un turista ha il dovere di comprendere e accettare di non potersi comportare come a casa sua, a prescindere dai soldi che paga per viaggiare o soggiornare.
Erica Desiderio