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Il salto della quaglia

RUOTA PANORAMICA A LAURA – ALMENO TUTTI POSSONO VEDERE IL MARE

Ben venga la Ruota Panoramica in contrada Laura. Almeno tutti possono vedere il Mare.

In questi giorni di inizio estate la notizia turistica che impazza di più è l’allestimento di una ruota panoramica in contrada Laura, a pochi passi dal mare. Tutti entusiasti, tutti contenti, perché “una cosa così non si era mai vista” (manco fosse l’apparizione della Vergine, don Carlo mi perdoni l’eresia). Però per carità, per non dare adito al principio del “non vi va mai bene niente”, ho voluto adeguarmi anche io ai commenti di giubilo rimangiandomi ogni possibile critica e al tempo stesso cercando di motivare la mia contentezza a quest’opera tanto attesa, anche se ancora non ho compreso da chi. Ammetto che scegliere con cura il motivo della mia gioia non è stato facile, ma questo perché la mia teoria del fare è diversa da quella del “basta che si fa” e se sulle Alpi costruisci un grattacielo io faccio il rompicoglioni e ti sottolineo che forse era meglio realizzare una baita, però ripeto, è un mio difetto, de gustibus e andiamo avanti. Ed è proprio andando avanti e pure indietro sul lungomare, in una delle ultime occasioni di ritorno a casa, che ho compreso l’utilità della ruota panoramica, anzi no, la sua necessità. Infatti, in un litorale dove le spiagge libere sono ridotte a cunicoli dall’espansione arrogante e smisurata dei lidi, manco fosse una partita di Risiko, o peggio sono completamente inghiottite da gazebi e palme stile Dubai, farsi un giro in una cabina della panoramica può almeno regalare dall’alto la visione del Mare anche a chi un lido non può permetterselo o semplicemente a chi passeggiando sul nuovo lungomare vorrebbe vedere l’incresparsi delle onde piuttosto che le crepe nei muri di cemento. Il fatto che il mare deve essere ridotto a cosa privata è inconcepibile, il rendere l’accesso dignitoso a una spiaggia un fatto di denaro mi fa letteralmente schifo, e questo non è né un mio difetto né un problema di gusti. Si tratta di rispetto e civiltà. In un comune, poi, che vuole fare della cultura il suo fiore all’occhiello mi sa pure di ipocrisia. Infatti, “Cultura è sapere che al mondo esiste l’altro” diceva qualcuno, è soprattutto preservare la bellezza, insegnare a riconoscerla, per parafrasare qualcun altro. E a me, un mare nascosto dal cemento, che perde la sua “democraticità” per diventare una questione di classe e di censo ispira bruttezza, non bellezza. Perciò ben venga la ruota panoramica, che pure non è gratuita, ma almeno costa meno di un ombrellone e due sdraio. E soprattutto, anche se per pochi minuti, permette di guardare cose e persone dall’alto. E quella visuale te la regala soltanto l’altezza. Non economica, ma etica.

Pasquale Quaglia

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