Oggi giorno, la domanda relativa ai trattamenti sbiancanti è in continua crescita come dimostrato dai dati pubblicati su “Italian Dental Journal”, in cui si evince che oltre il 50% degli italiani è insoddisfatto del colore dei propri denti.
Ma cos’è esattamente lo sbiancamento dentale?
Sotto questo termine rientrano le procedure odontoiatriche che, attraverso l’utilizzo di agenti chimici, applicati sulla superficie dei denti, ne migliorano il colore, rendendoli più bianchi. Lo sbiancamento dentale o “tooth bleaching” può essere eseguito mediante la tecnica ambulatoriale o la tecnica domiciliare. Il trattamento ambulatoriale o professionale deve essere effettuato in poltrona presso uno studio odontoiatrico. Nella maggior parte dei casi si ricorre all’utilizzo di gel sbiancanti a base di perossido di idrogeno (H2 O2) o perossido di carbammide (CH6 N2 O3) utilizzati in diverse concentrazioni a seconda della severità della discromia e delle esigenze del paziente. Il meccanismo di discolorazione avviene grazie alla liberazione di ossigeno da parte del perossido di idrogeno o carbammide nel momento in cui viene a contatto con i denti. Le molecole di ossigeno che si sono formate vanno a disgregare le molecole dei pigmenti, responsabili della discromia, rendendole non più visibili. Il trattamento alla poltrona può avvalersi della fotoattivazione con luce alogena, led o laser a diodi con lunghezza d’onda specifiche. Il trattamento domiciliare prevede di affidare al paziente la gestione delle procedure dello sbiancamento tramite l’utilizzo di mascherine individuali riempite con un gel di perossido di carbammide al 10% (concentrazione approvata dall’ADA che ne garantisce l’uso sicuro ed efficace) generalmente indossate durante le ore notturne per circa 1-2 settimane. È importante sottolineare che il trattamento deve rispettare le indicazioni dello specialista che in studio ha impostato e guidato il trattamento.
Quali sono i possibili effetti secondari che possono verificarsi?
Lo sbiancamento dentale attualmente è ritenuta una pratica sicura per i pazienti in quanto non altera o rovina lo smalto. Nonostante ciò, i possibili effetti collaterali che si possono verificare sono l’ipersensibilità dentinale e lievi ustioni chimiche gengivali. La temporanea sensibilità, solitamente, compare nei primi giorni dopo il trattamento risolvendosi nell’arco di 24-72 ore e può essere attenuata con l’utilizzo di gel a base di fluoro. Per quanto riguarda le irritazioni gengivali da contatto con l’agente sbiancante si risolvono spontaneamente dopo qualche ora.
Quanto durano i risultati?
I risultati raggiunti in seguito ai trattamenti professionali ambulatoriali e domiciliari durano in media rispettivamente 15 e 17 mesi (indagine condotta da Clinical Research Association). Va segnalato che tale durata può essere influenzata dai comportamenti del paziente. Per questo bisogna seguire delle raccomandazioni per non comprometterne il risultato finale. In particolare, si consiglia di astenersi dai cibi e bevande cromogene come tè, caffè, vino rosso, sugo di pomodoro, coca-cola, ecc. Inoltre, è vivamente consigliato non fare uso di tabacco. Il tutto è da evitarsi per circa 48 ore successive al trattamento.
Tutti possono fare lo sbiancamento?
No, è compito del professionista valutare l’idoneità del paziente al trattamento di sbiancamento dentale mediante una visita odontoiatrica basata sia sul quadro anamnestico che sulla salute orale e generale del paziente. In questa visita si valuteranno, inoltre, l’entità e l’eziologia delle pigmentazioni così come le aspettative del paziente in modo da poterlo indirizzare al trattamento più congruo alle sue esigenze. Si sconsiglia il trattamento alle donne in gravidanza e/o in allattamento.
Dott.ssa Sofia Tedesco
Laureata in Odontoiatria e Protesi Dentaria
Specializzanda in Ortognatodonzia
Libero professionista presso studio odontoiatrico Tedesco, sito in C.so Europa n.3, Matinella 84044 (Sa) – 0828 984695