La storia di Roberta Niccacci: “Per uscire dalla crisi, bisogna starci dentro”.
Roberta Niccacci, una laurea in lingue, svariate pubblicazioni e collaborazioni con case editrici nazionali, attività di volontariato come caregiver. Oggi, con il suo notevole bagaglio di esperienze, nel mondo dell’imprenditoria. La sua missione è far rinascere l’azienda artigiana della famiglia (la CAMA Deruta) che ha subito il fallimento dieci anni fa. Hanno perso tutto con conseguenze molto penalizzanti, perseguitati a vita dalle banche e stigmatizzati dalla società. Ma Roberta non si è persa di coraggio. In questi anni ha fatto tante prove sul territorio, cercato alleanze, contatti in Italia e all’Estero, ristudiato il Rinascimento italiano per trovare nuovi contenuti. Il suo sogno ora sembra essere in dirittura d’arrivo. Dal mese di dicembre scorso, infatti, è nella onlus “100mila Ripartenze” (con sede a Treviso), dove professionisti del settore aiutano gli imprenditori falliti a ripartire. La sua visione: portare un’innovazione nel modello tradizionale di business dell’artigianato artistico in Italia, che ancora non è riuscito a disancorarsi dalla centralità del prodotto.
Roberta, in cosa consiste l’innovazione?
“Nel clima di tensione dovuto alla Pandemia e alla crisi economica, che ha disilluso e diviso le persone, specie gli imprenditori, io ho continuato a implementare forme di collaborazione via web, nella convinzione che solo la condivisione di valori e una formazione umanitaria improntata al prendersi cura del prossimo possano aiutarci a superare questo difficile momento storico. Sono le regole della vendita come comunicazione, la mia specialità”.
Prima di riprendere la tua vocazione da imprenditrice, hai collaborato nel campo dell’editoria, promuovendo spazi in cui artisti provenienti da tutta Italia potessero mettere a frutto anche le proprie competenze professionali. Quanto conta, al giorno d’oggi, essere eclettici?
“Sono convinta del fatto che una buona formazione professionale sia utile ma non sufficiente per riuscire in ciò che si fa. L’arte, invece, affina le conoscenze tecniche, perché stimola il pensiero critico e l’empatia. Un avvocato artista o un medico artista, nell’assistere un proprio cliente/paziente, avrà un approccio diverso, una maggiore sensibilità, perché vedrà, prima di tutto, la persona. A proposito di eclettismo e Rinascimento, il mio blog, Friends of Cama, è il mio diario di bordo per reinventarmi”.
Milena Cicatiello
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