“Qualcosa da dire sul festival, Gaetano?”. “Certo. Io penso che Luigi Tenco dieci anni fa sia morto di noia”.
Un cilindro nero, regalatogli da Renato Zero giorni prima, un elegante frac attillato, delle medaglie al petto, papillon bianco, una maglietta a righe, scarpe da ginnastica e l’ukulele. È la sera del 26 gennaio 1978 e Rino Gaetano calca per la prima e unica volta il palco del teatro Ariston con la sua Gianna. Una scena esilarante che si concluderà con il coro dei Pandemonium, in stile sketch umoristico. Il risultato è un terzo posto, dopo E dirsi ciao dei Matia Bazar e Un’emozione da poco di Anna Oxa. Il Festival di Sanremo fu un vero e proprio spartiacque nella vita e nella carriera di Rino Gaetano. Il primo successo era arrivato nel ‘75 con il 45 giri Ma il cielo è sempre più blu ma la popolarità del cantante era ancora molto limitata: la gente canticchiava o fischiettava la canzone senza conoscerne l’autore. L’idea di portare Gaetano al Festival fu di Vittorio Salvetti, ideatore del Festivalbar e di Ennio Melis, direttore artistico della RCA. Fan e amici non la presero bene, considerando quella partecipazione una sorta di tradimento. Gaetano, tra l’altro, aveva intenzione di presentare il brano Nuntereggae più ma la RCA, a causa del lungo elenco di nomi di personaggi noti presente nel testo, optò per Gianna. Dopo il risultato sanremese, Gianna divenne una hit e rimase per quattordici settimane nella top ten, vendendo oltre 600.000 copie. Gaetano rimase spiazzato da quel successo, tanto da pentirsi della sua scelta: «Sanremo non significa niente e non a caso ho partecipato con Gianna, che non significa niente» dirà successivamente in un’intervista. Eppure, Gianna significò molto di più per quei tempi: Rino Gaetano aveva rotto ogni tabù e surclassato la censura, pronunciando per la prima volta sul palco dell’Ariston la parola “sesso”. Da allora cambiò tutto, si aprì un mondo, “un mondo diverso” per la storia del Festival. La vita di Rino si interruppe il 2 giugno 1981, a seguito di un incidente stradale sulla Nomentana. In La ballata di Renzo, canzone scritta da Gaetano dieci anni prima della morte e rimasta inedita, si narra la storia di un ragazzo che muore in circostanze simili a quelle del cantautore, dopo essere stato rifiutato da diversi ospedali della capitale. Questa coincidenza ha portato i fan a sostenere che Gaetano avesse in qualche modo predetto la sua morte. C’è chi ipotizza, invece, che questa non sia stata un evento casuale ma che il cantante sia stato ucciso dai servizi segreti italiani, poiché avrebbe rivelato nomi e fatti che sarebbero dovuti rimanere ignoti.
Mariangela Maio