TikTok ancora una volta finisce sotto accusa dagli Usa.
Non è una novità, la piattaforma di video sharing cinese è sotto accusa, questa volta però dallo stato dello Utah. Il pretesto è che il social network crei dipendenza nei giovani e nei bambini che lo utilizzano e, inoltre, sempre secondo gli Stati Uniti, è che la società stia nascondendo il proprio rapporto con ByteDance, società madre con sede in Cina. Già in tempi non troppo lontani, lo sviluppatore dell’applicazione è stato spesso chiamato in causa proprio per il timore di scambio di dati e informazioni utili al governo di Pechino. L’ex presidente Trump nel 2020 decise che avrebbe vietato il social network in tutto il Paese, successivamente le cose sono andate diversamente, ma il principio è sempre lo stesso: non conoscendo in profondità la piattaforma cinese, il governo americano rimane scettico. Adesso lo Utah avrebbe deciso di eliminare completamente l’utilizzo dell’app nel proprio Paese. TikTok anche questa volta nega tutte le accuse dichiarandole false e infondate a livello scientifico, come accadde già in Arkansas e Indiana. Lo Stato del Montana, nel frattempo, ha scelto di vietare e bloccare del tutto il suo utilizzo, mossa aspramente criticata dalla società cinese e i suoi sviluppatori. La causa inoltre sostiene che TikTok violi anche lo Utah Consumers Sales Practices Act, andando così a fuorviare anche leggi sulla sicurezza e sulla privacy. Nonostante le continue negazioni sul proprio legame con il governo cinese, il governatore dello Utah ha affermato, in pubblico, che la società cinese ha l’intenzione di “ingannare i genitori dicendo che la sua app è sicura per i bambini”. Ad avvalorare ancor di più le denunce è stato evidenziato anche un rapporto dello U.S. Surgeon General, nel quale si parla dei danni a lungo termine nell’utilizzo generale delle piattaforme social da parte dei più giovani (che sono la stragrande maggioranza dei consumatori di TikTok). Si è anche sottolineato come il social inciti “illegalmente i bambini ad un uso dannoso” con funzionalità insite nell’applicazione stessa, le quali incoraggiano a scorrere all’infinito i brevi video, in modo tale da guadagnare più soldi grazie alle pubblicità. Creare dipendenza a scopo di lucro, questo un argomento discusso tante volte sull’applicazione, non soltanto dagli Stati Uniti. La vicenda adesso continuerà con l’apertura di un processo, con le accuse che puntano ad “inibire in via preliminare o permanente” TikTok dallo Stato. Per preservare le famiglie ed evitare altri problemi di questo genere, il governo dello Utah ha approvato da poco una legge che richiede ai genitori di minori di dare il consenso all’utilizzo dei social media in generale, mostrando ancora una volta come il tema non sia riferibile soltanto a TikTok ma al mondo ancora sconosciuto delle piattaforme social.
Fernando Giordano