Un uomo a spasso per Laura minaccia le persone con una pistola. Perché non mi meraviglia?
Un uomo con una pistola minaccia i passanti tra le vie di una località di mare in pieno giorno. Potrebbe sembrare l’inizio di una barzelletta o una scena di un film con Maurizio Merli, peccato che, invece, non fa né ridere e non è frutto di un’invenzione cinematografica. È reale ed è anche abbastanza preoccupante. Succede alla contrada Laura, in un tardo pomeriggio di metà maggio, tra automobili che transitano e negozi aperti. Stando lontano, apprendo la notizia dai social, chiedo informazioni agli amici, leggo i commenti, tralasciando il chi e soffermandomi sull’accaduto. Le descrizioni che ne ricevo si concludono tutte con una sentenza, un misto di paura e rassegnazione sigillato da due parole: “solite cose”. Già, mi dico, non è una novità. Forse l’unico elemento “innovativo” è la pistola, che fa percepire il pericolo ancora più tangibile e imminente, e soprattutto pone tanti interrogativi, considerato che non siamo negli Stati Uniti dove le armi le trovi in vetrina al supermercato come buste di patatine. “Che ci fa quello con una pistola? Dove l’ha presa?”, sono queste le domande più immediate. Poi ce n’è un’altra, ricorrente: “Perché nessuno ne parla?”. Non lo so, o forse voglio non saperlo. Decido soltanto di parlarne io, di scrivere quello che da tempo so e di cui, ormai, mi meraviglio poco. Laura ha un problema di sicurezza. Vero, ne ha tanti altri, un po’ ogni contrada ha le sue difficoltà, però stavolta non è il solito ubriaco che barcolla sul marciapiedi o sbraita al compagno accanto. Stavolta c’è un ubriaco che punta una pistola contro chiunque incroci il suo sguardo e se la pistola sia finta o meno poco m’importa. C’è e spaventa, tutti. Non mi avventuro in suggerimenti che non mi competono, né voglio esprimere opinioni su modalità d’intervento che non mi appartengono. Lascio questo arduo compito a chi di dovere, purché ne assuma l’incarico. E neanche voglio infiltrarmi nelle considerazioni politiche, anzi, detesto le bandiere e le strumentalizzazioni che pure si fanno in certe situazioni. C’è questo tizio con la pistola, chi sia, da dove venga non mi importa. Una mano bianca o nera sul grilletto non cambia la mia percezione del pericolo. A me interessa dire soltanto di guardare a questo groviglio di fatti di contrada nel suo complesso. E di raccontarli, nel bene e nel male. Perché non serve puntare le telecamere sui gradoni bianchi a bordo mare se a pochi passi il buio delle strade non viste genera angoscia. A meno che non si voglia raccontare una mezza verità. E una verità incompleta ha anche la sua parte di menzogna. Proprio come una pistola che non sappiamo se finta o reale, ma che lo stesso fa paura.
Pasquale Quaglia
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