Ci siamo: mentre sto scrivendo queste note, vanno componendosi le liste elettorali che sosterranno i candidati alla carica di Presidente della Regione Campania. Chi ha vissuto momenti come questi, sa della frenesia che di regola li accompagna, unita alla volontà di chiudere tutto presto e bene. Anche se, di solito, il tutto viene chiuso tardi, spesso proprio all’ultimo secondo, e non sempre nel migliore dei modi. A me, che nel mio percorso ho da sempre unito impegno associativo e militanza politica, resta l’auspicio di liste elettorali dense di candidati provenienti dalla società civile, posto che si possa ancora chiamare così quel reticolo di esperienze che operano a difesa dei diritti, a servizio delle persone, nella promozione dell’ambiente e della cultura. Qualcosa, in tal senso, pare intravedersi. Penso a Michele Buonomo, storico dirigente di Legambiente, che si candida col Presidente De Luca promettendo (è lo slogan elettorale scelto) “mille rivoluzioni”. Soprattutto, penso al mio amico Antonello Di Cerbo, indipendente nelle liste del Partito Socialista, che nella competizione elettorale mette 25 anni d’impegno sul territorio alla guida di Rete Solidale: organizzazione ben nota a coloro che si occupano di sociale, ma soprattutto alle famiglie di tantissimi ragazzi con problemi di disabilità fisica e psichica che questa bella realtà non assiste ma piuttosto affianca in percorsi di crescita personale e d’inserimento sociale di rara efficacia.
Ad Antonello Di Cerbo e a tutti i candidati espressione della società civile auguro dunque campagne elettorali all’insegna di una sana inquietudine. Fatte certo di proposte, ma anche di quella naturale inclinazione a incalzare i poteri pubblici che è tipica di un certo modo di concepire l’impegno per gli altri. Perché è bene che chi arriva alla politica, e in questo caso alla competizione elettorale, venendo dall’area della solidarietà non dimentichi che la lotta per i diritti delle persone più povere e fragili, senza sconti per nessuno, è parte costituente di ciò che siamo e di ciò che siamo chiamati a essere.
Luigi Bernabò