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ORMAI SIAMO SULL’ORLO DEL BARATRO

Da qualche anno, stiamo ponendo l’attenzione sulla situazione finanziaria del Comune di Capaccio Paestum, portato ad una condizione di grave criticità dalla gestione degli ultimi 4 anni e mezzo dell’Amministrazione guidata dal Sindaco Franco Alfieri. Mutui a go go per opere inutili ed incompiute; soldi girati all’Unione dei Comuni per progetti ed iniziative senza senso; Azienda Speciale Paistom passata a 4milioni annui di spesa rispetto ai 2milioni del periodo precedente; contributi a iosa ad associazioni non del posto; spese per acquisti di immobili, sono soltanto alcune delle cose che hanno causato una vera e propria voragine nelle casse comunali, certificata dai dati, impietosi, sull’anticipazione di Tesoreria (Bcc di Capaccio Paestum e Serino, da anni titolare del servizio).

COS’È L’ANTICIPAZIONE DI TESORERIA

Gli enti locali possono sopperire ad una temporanea crisi di liquidità anche mediante il ricorso ad anticipazioni di tesoreria, secondo quanto fissato dall’ art. 222 del TUEL e/o da leggi che hanno esteso i limiti di tale norma. Ai sensi dell’art. 222 del TUEL (Decreto Legislativo n. 267/2000) l’importo massimo di anticipazione per il periodo 2020-2022 (cfr. art. 1, comma 555, della Legge n. 160/2019), è pari ai cinque dodicesimi (in luogo dell’ordinario valore dei tre dodicesimi) delle entrate accertate nel penultimo anno precedente ed afferenti ai primi tre titoli delle entrate.

I NUMERI DEL SIOPE

Abbiamo fatto un giro di ricognizione dei dati relativi al Comune di Capaccio Paestum contenuti sul sito web del SIOPE. Il Sistema Informativo sulle Operazioni degli Enti Pubblici (Siope) è costituito da un archivio che raccoglie quotidianamente le informazioni su incassi e pagamenti delle amministrazioni pubbliche, codificati secondo regole comuni, sfruttando la rete telematica esistente tra sistema bancario e Banca d’Italia. La gestione del SIOPE è stata affidata alla Banca d’Italia con la convenzione del 31 marzo del 2003.

ANTICIPAZIONI DI TESORERIA – COMUNE DI CAPACCIO PAESTUM (2018-2023)

– ANNO 2018

PRIMI 3 CAPITOLI ENTRATE CONSUNTIVO 2016: EURO 14.686.003,00

5/12 : EURO 6.119.167

ANTICIPAZIONI RICHIESTE: EURO 00,00

– ANNO 2020

PRIMI 3 CAPITOLI ENTRATE CONSUNTIVO 2018: EURO 16.821.867,00

5/12: EURO 7.009.111,00

ANTICIPAZIONI RICHIESTE E OTTENUTE: EURO 499.186,00

ANNO 2021

PRIMI 3 CAPITOLI ENTRATE CONSUNTIVO 2019: EURO 15.467.725,00

5/12: EURO 6.444.467,00

ANTICIPAZIONI RICHIESTE: EURO 00,00

– ANNO 2022

PRIMI 3 CAPITOLI ENTRATE CONSUNTIVO 2020: EURO 17.726.369,00

5/12: EURO 8.869.184,00

ANTICIPAZIONI RICHIESTE E OTTENUTE: EURO 12.909.560,00

– ANNO 2023

PRIMI 3 CAPITOLI ENTRATE CONSUNTIVO 2021: EURO 17.823.369,00

5/12: EURO 7.426.403,00

ANTICIPAZIONI RICHIESTE E OTTENUTE: EURO 21.862.285,00

ANALISI

Capaccio Paestum ha un’anticipazione di tesoreria fuori dai limiti consentiti

Nel 2018 il bilancio risulta sano, senza debiti, con capacità interamente delegabile nei limiti di legge. Via via, come emerge dai dati, il Comune di Capaccio Paestum è stato costretto a ricorrere all’anticipazione di cassa. Nel 2022 non è riuscito a restituire tutta l’anticipazione (consentita per euro 8.869.184,00; ottenuta per euro 12.909.560,00; restituita per 11.993.835,00). La situazione si è aggravata nel 2023. Come ricordato recentemente dalla Corte dei conti, sez. reg. di controllo per la Calabria, nella delib. n. 134/2021/PRSP, depositata lo scorso 29 novembre, il limite fissato dall’art. 222 T.U.E.L. è complessivo e, pertanto, se l’ente sta utilizzando anticipazione di tesoreria nei limiti massimi, non potrà contemporaneamente utilizzare entrate a destinazione vincolata per finanziare la spesa corrente e viceversa. Come già detto, tanto il ricorso a fondi vincolati per sostenere spese correnti quanto l’utilizzo di anticipazioni di tesoreria deve essere limitato ad esigenze di liquidità temporanee, tese a “porre rimedio ad eccessi diacronici tra i flussi di entrata e quelli di spesa” (Corte Costituzionale, sent. n. 188/2014). L’utilizzo continuativo di tali istituti, oltre a essere sintomo di una crisi di liquidità strutturale che può celare gravi problemi di equilibrio finanziario, finisce per costituire una forma di indebitamento di fatto, come tale contraria all’art. 119, ultimo comma, Cost.

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