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SINDACO, IL CONSIGLIO COMUNALE NON È UNA TAVERNA

Con l’Unione dei Comuni, Capaccio Paestum rischia di dover coprire i debiti di Agropoli.

Il Consiglio Comunale sta, da tempo, assumendo i toni e i linguaggi di una Taverna degna dei sonetti di Cecco Angiolieri. Risate, sberleffi, tracotanza nei confronti di chi dissente. Nell’ultimo Consiglio Comunale di martedì 15 novembre 2022, si è oltrepassato il limite del buon gusto, con il Presidente dell’Assise Civica, Emanuele Sica, che ha dovuto redarguire con molta decisione il Sindaco Franco Alfieri che reiteratamente dava “dell’ignorante” al consigliere di minoranza Franco Longo, il quale, tramite interventi ed interrogazioni, cercava risposte su spinose questioni (IMU e UNIONE DEI COMUNI) che stanno preoccupando, e non poco, la situazione finanziaria dell’ente comunale di Capaccio Paestum. Onestamente, da uno che è stato Sindaco per gran parte della sua vita e che si appresta, tramite il voto degli amministratori, a diventare Presidente della Provincia di Salerno (seppur ente ormai fantasma in seguito alla riforma) ci aspettiamo molto di più degli epiteti. Meglio dare risposte, signor Sindaco. Le è dovuto per il ruolo che ricopre. Dare dell’ignorante ad un consigliere comunale non è rispettoso verso il Consiglio tutto. Visto che non si è stati onorati di esaustive risposte (se non parzialmente sull’IMU in seguito all’intervento in assise civica del funzionario ai Tributi dottor Antonio Rinaldi), riportiamo in sintesi gli interventi e le domande poste dal consigliere Franco Longo, in modo da darne contezza ulteriore ai cittadini, sempre in attesa di delucidazioni.

Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento – Interrogazione in C.C. del 15.11.2022 del consigliere Franco Longo

Con delibera di Consiglio n. 24 del 25/7/2019 Capaccio Paestum su impulso insistente del sindaco Franco Alfieri aderisce alla preesistente Unione dei Comuni dell’Alto Cilento. L’Articolo 28 dello Statuto dell’Unione prevede che “il presidente dell’Unione viene designato tra i Sindaci dei Comuni aderenti”. Il 5/2/2021 Franco Alfieri viene eletto presidente dell’Unione dei Comuni indorando la pillola antecedendo il nome Paestum agli altri comuni. Scorrendo l’Albo pretorio dell’Unione negli anni precedenti l’adesione di Capaccio Paestum con un semplice abaco in mano si arriva alla conclusione che il maggior numero di bandi, gare, appalti e servizi sono per conto del Comune di Agropoli. E già qui viene meno un principio fondamentale del concetto di Unione di Comuni: ad unirsi per condividere servizi, eticamente, dovrebbero essere i Comuni della stessa “taglia” perché condividerebbero anche lo stesso sopportabile rischio. Invece si appalta, ad esempio, un servizio raccolta rifiuti per il Comune di Agropoli che espone, in caso di inadempienza del Comune di Agropoli nei confronti dell’Unione e dell’Unione nei confronti della ditta, un Comune piccolo come Lustra ad esborsare una propria quota parte. E questo rischio ricade in capo ai piccoli comuni ripetutamente nel corso degli anni di gestione ed è abnorme rispetto ai servizi che l’Unione dà loro. Ma continuiamo ad occuparci di ciò che è accaduto da quando il Sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, successivamente eletto presidente dell’Unione, ha insistito affinché il nostro Comune aderisse:

  • Determina Unionale n. 5 del 22/1/2020, vengono aggiudicati i lavori del secondo piano della palazzina “ex Pretura” nel comune di Agropoli per circa 154.000 euro;
  • Determina Unionale n. 24 del 25/8/2020, vengono aggiudicati i lavori per la rotatoria stradale in via Marrota e Via del Mare nel comune di Agropoli per circa 145.000 euro;
  • Determina Unionale n. 27 del 25/9/2020, vengono aggiudicati i lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza di strade comunali nel comune di Agropoli per circa 418.000 Euro;
  • Determina Unionale del 5/5/2021, vengono affidati i lavori per il completamento ed adeguamento del Campo Sportivo “Polito” in località Mattine, Comune di Agropoli per circa 624.000 Euro;
  • Determina Unionale n. 10 del 23/2/2022, vengono affidati i lavori per la riqualificazione di Piazza Vittorio Veneto, Fontana Piazza Nassirya e Lungomare San Marco, nel comune di Agropoli per un importo di circa 153.000 Euro;
  • Con Protocollo n. 557 del 29/4/2022, il CUC aggiudica con PROCEDURA NEGOZIATA SENZA PUBBLICAZIONE DI BANDO di GARA interventi di Manutenzione straordinaria di messa in sicurezza di strade comunali nel comune di Agropoli per circa 279.000 Euro;
  • Con Protocollo n. 744 dell’8/6/2022 il CUC aggiudica con PROCEDURA NEGOZIATA SU LETTERA DI INVITO i Servizi Postali per il Comune di Agropoli per circa 482.000 Euro.

E, dulcis in fundo, il Prot. n. 988 del 24/8/2022 così recita:

Amministrazione aggiudicatrice: C.U.C Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento; Appalti Pubblici di Servizi: Servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti urbani ed assimilati della città di Agropoli; Aggiudicatario: S.A.R.I.M. srl; Valore dell’offerta appaltata circa 18 MILIONI di EURO. Non contenti, l’Unione dei Comuni APPALTA per il Comune di Agropoli servizi per adeguamento Viale Rossi per altri 312.000 Euro. Sull’Albo Pretorio Unionale di servizi resi a Capaccio Paestum NON vi è traccia. Di contro abbiamo i versamenti che Capaccio Paestum ha fatto nei confronti dell’Unione e che sono i seguenti:

  • Per attività di promozione turistica dal 2020 ad oggi abbiamo fatto 7 versamenti per un totale di Euro 165.000;
  • Per servizi Comunicazione, Euro 45.000;
  • Per Multe, n. 3 versamenti per un totale di circa 90.000 Euro.

Questo fino ad oggi e per la documentazione allegata che siamo riusciti a reperire. Le mie domande ai consiglieri, e soprattutto al consigliere delegato dalla maggioranza all’Unione dei Comuni, sono queste:

  • Avete contezza di tutto questo che ho elencato sopra?
  • Sapete che l’Unione dei Comuni disciplinata dalla legge è un ente che risponde di tutto ciò che fa a suo nome, e che a nulla valgono in caso di inadempienze contrattuali le clausole dei singoli Comuni che si assumono la responsabilità finanziaria dei servizi a loro imputati? Il sindaco Mutalipassi, quando la SARIM ha inviato la nota di richiesta degli arretrati, BENE HA RISPOSTO dicendo che non doveva essere inviata al Comune di Agropoli ma all’Unione dei Comuni perché è l’Unione che FA I BONIFICI alla SARIM quale amministrazione aggiudicatrice.
  • Mi sapete dire SE il Comune di Agropoli non versa gli importi di tutti questi appalti all’Unione dei Comuni CHI ne risponderà? Solo Agropoli o, come legge impone, in prima istanza l’amministrazione aggiudicatrice Unione dei Comuni? E l’Unione dei Comuni a chi chiederà i soldi per anticipare i pagamenti? Ai Comuni che hanno aderito, con Capaccio Paestum che per numero di abitanti ed espansione territoriale avrà una quota parte immensa senza avere il beneficio di un solo servizio a fronte di questo enorme rischio milionario a cui è stato esposto. Avete contezza di questo?
  • Perché il Comune di Capaccio Paestum non ha anch’esso scelto di appaltare la raccolta rifiuti passando dall’Unione? Magari avrebbe spuntato un prezzo anche migliore, visto che è stata appaltata alla SARIM anche quella di Agropoli.
  • Ma soprattutto Capaccio Paestum, a fronte dei circa 300.000 euro versati, COSA HA RICEVUTO in cambio? Sino a quanto siete disposti a tollerare senza farvi domande?
  • Consigliere Scariati, non le sembra che come delegato debba delle spiegazioni ai cittadini che l’hanno eletta?

IMU da restituire ai cittadini – Intervento in C.C. del 15.11.2022 del consigliere Franco Longo (Le politiche del “fare accertamenti” per coprire i mutui iniziano a fare acqua).

IL FATTO

Con la sentenza n. 209/2022 del 12/09/2022, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 13, comma 2, quarto periodo, D. L. n. 201 del 6 dicembre 2011. Secondo la Corte Costituzionale, il citato articolo, disponendo che per poter accedere all’esenzione dall’IMU occorre il duplice requisito della dimora abituale e non considerando sufficiente la sola residenza anagraficasi pone espressamente in contrasto con i principi costituzionali di cui agli artt. 3, 31 e 53 della Costituzione. In altre parole, la Corte ha dichiarato l’illegittimità della norma nella parte in cui richiede, ai fini dell’agevolazione IMU, che l’immobile sia utilizzato come abitazione principale non solo dal soggetto passivo, ma anche dal suo nucleo familiare. Tale illegittimità è estesa dalla Consulta anche ad altre norme, ovvero all’art. 13, comma 2, quinto periodo, D. L. n. 201/2011 nella parte in cui limita l’esenzione dall’IMU ad uno solo degli immobili situati nello stesso Comune, e all’art. 1, comma 741, lettera b), L. n. 87/1953, come modificato dall’art. 5-decies, comma 1, D.L. n. 146/2021, nella parte in cui prevede che il possessore e i componenti del suo nucleo familiare hanno diritto ad una sola agevolazione quando hanno residenze e dimore abituali diverse. In pratica, con la sentenza in commento, la Corte Costituzionale ha riscritto la definizione di abitazione principale, definendola il luogo dove il soggetto passivo ha la residenza anagrafica e la dimora abituale, a nulla rilevando il luogo di residenza e dimora degli altri membri della famiglia. Il funzionario responsabile dell’Area Tributi-Entrate Patrimoniali del Comune di Capaccio Paestum, nei mesi scorsi (e precedentemente all’intervenuta sentenza) ha evinto che ammontava a circa 1,4 milioni di euro l’importo di cui l’ente civico era creditore nei confronti di 1330 contribuenti per complessivi 1.314.381 euro (comprensivi di sanzioni, interessi e spese di notifica). Le verifiche contabili e amministrative riguardavano gli anni d’imposta 2017, 2018, 2019 e 2020, costituiti dai contribuenti che hanno goduto “sine titulo” dell’esenzione IMU sulla prima casa, in ragione dello “spacchettamento del nucleo familiare” e nei cui confronti si è proceduto alla revoca d’ufficio.

L’ASSENZA DELLA POLITICA

Il Comune di Capaccio Paestum ha pertanto avviato accertamenti incassando somme che poi si sono rivelate non dovute. Questo è il succo di tutta la questione. Una situazione paradossale che è da attribuire non al funzionario apicale ma bensì alla totale assenza della politica che, ancora una volta, pensa di scaricare la vicenda sulle spalle di un dirigente della macchina amministrativa. Il dirigente ha fatto quello che la legge gli consentiva in quel momento, non essendo ancora intervenuta sentenza. Lo ha fatto applicando le norme nella maniera più restrittiva possibile, questo è da dire. Ma poiché indotto da una politica amministrativa che, da tre anni, pervade l’anima del Comune di Capaccio Paestum, ovvero accertare a tutti i costi nuove entrate da appostare in Bilancio per coprire il peso ormai insostenibile dei tanti mutui che l’Amministrazione Alfieri ha acceso per opere di dubbia utilità, spese di personale, acquisto di immobili. Non bastano le decine e decine di milioni di euro di residui attivi ormai logori ed inesigibili (così come certificato anche dai Revisori dei Conti di questo Ente). Ora troviamo in Bilancio anche queste somme derivanti da un’applicazione forzata delle norme sull’IMU che, oggi, essendo stata sconfessata dal supremo organo espone il Comune ad ulteriori rischi, visto che queste somme dovranno essere restituite (a tal proposito comunico che ci sono già due sentenze che danno ragione a due cittadini ricorrenti). Inutile, pertanto, preannunciare un clima da caccia alle streghe, da vero e proprio scontro con i contribuenti, con conseguenti richieste di allegare a corredo i consumi relativi alle utenze attive riferite all’immobile per il quale si richiede l’esenzione. Ci sta giurisprudenza in merito che già pone dubbi anche sulla legittimità di tali richieste nei confronti dei cittadini. Mi auguro che questa Amministrazione non voglia, in un momento di tale crisi economica, andare al muro contro muro nei confronti della gente dopo una sentenza che, di fatto, chiarisce definitivamente la questione. I dati il Comune li ha, gli uffici hanno tutto a disposizione per sapere e stabilire già chi abbia o meno i requisiti per l’esenzione IMU. Si provveda alla restituzione immediata a chi ne ha titolo. Nei paesi civili non è il cittadino che deve produrre prove per far valere i propri diritti, è l’Ente che, attraverso la propria banca dati, stabilisce quanto e da chi incassare una tassa o un tributo. E, se tale incasso non è dovuto, si provvede automaticamente alla restituzione.

LE RESPONSABILITÀ DEL CONSIGLIO COMUNALE

Cari colleghi consiglieri di maggioranza, questa incresciosa vicenda dell’IMU spero vi faccia ulteriormente riflettere sui rischi che state facendo correre al Comune di Capaccio Paestum e sui rischi che correrete voi nei confronti della Corte dei Conti. La verità sta sempre nelle carte, per chi ha la pazienza di leggerle. Si continua a fare debiti sulla base di coperture dubbie (e questa vicenda lo conferma). Si continua a non incassare quasi nulla e i residui attivi sono lievitati in poco tempo a 96milioni di euro, di cui 37milioni sono riconosciuti come di dubbia esigibilità e accantonati nel FCDE (Fondo Crediti Dubbia Esigibilità). La situazione finanziaria del Comune di Capaccio Paestum presenta criticità abnormi, eppure il Sindaco continua a spendere e spandere. Il tutto si regge su una forzatura senza precedenti. 40milioni di euro di accertamenti tributari effettuati dall’ufficio preposto negli ultimi due anni, una miriade di cartelle che si riferiscono in larga parte agli ultimi 5 anni, di cui nella migliore delle ipotesi (e parliamo con dati oggettivi riscontrabili su situazioni precedenti e su statistiche nazionali) sarà effettivamente riscosso forse il 20%.

I NUMERI IN SOLDONI

RESIDUI ATTIVI 96.045.514,86 (cresciuti dal 2019 ad oggi di circa 40milioni);

RESIDUI PASSIVI 30.977.283,14;

L’accantonamento a FCDE iscritto a rendiconto ammonta a complessivi euro 37.317.365,54. Con riferimento ai crediti riconosciuti inesigibili, l’Organo di Revisione ha verificato che non si è proceduto con l’eliminazione di crediti iscritti fra i residui attivi da oltre tre anni.

La Relazione dell’Organo di Revisione sull’ultimo Rendiconto 2021

L’Organo di revisione dei Conti del Comune di Capaccio Paestum ha evidenziato (tra l’altro) sulla gestione 2021 le seguenti criticità:

–  il basso grado di riscossione (in c/competenza e c/residui) delle entrate. In particolare si evidenzia che gli incassi del titolo 1° raggiungono appena il 42,68% in competenza e l’8,07% in c/residui, mentre gli incassi del titolo 3° raggiungono il 26,96% in competenza e il 10,36% in c/residui, con evidente crescita dello stock dei residui;

 –  il consistente stock dei residui attivi del titolo 1 e 3 (€ 65 ml) di cui 26% hanno oltre 5 anni con evidenti ricadute sulla percentuale degli incassi. Tale criticità si evidenzia soprattutto nella riscossione dei tributi evasi ed elusi (IMU/TARI/COSAP/TOSAP), con ripercussioni negative del FCDE (Fondo Crediti Dubbia Esigibilità) che mostra segnali di sofferenza. I residui attivi sono un elemento da tenere in considerazione con particolare riferimento a quelli formatisi durante il periodo 2020-2021 (in particolare IMU, TARI, Addizionale IRPEF, ed entrate da servizi a domanda individuale) che ammontano a circa 24 milioni;

 –     ricorso all’utilizzo di fondi vincolati di cassa per il pagamento di spese correnti;

 –     mancato rispetto dei tempi medi di pagamento debiti commerciali.

 L’Organo di revisione ha inoltre evidenziato che:

– Appare di rilevante importanza attivare tutte le possibili misure sul fronte delle entrate con particolare attenzione alla fase della riscossione per garantire l’effettiva copertura delle spese;

– di procedere ad un costante monitoraggio dei residui attivi correnti. I residui attivi sono un elemento da tenere in considerazione con particolare riferimento a quelli formatisi nel 2020 e 2021 (circa 24 milioni), relativi alle entrate proprie (in particolare, per i comuni, IMU, TARI, Addizionale IRPEF, ed entrate da servizi a domanda individuale). Il mantenimento dei livelli di tassazione/entrate pre-Covid-19 (in considerazione della insostituibilità, con risorse alternative) potrebbe causare residui attivi, anche di competenza, di difficile esigibilità futura.

In base a quanto esposto, cari consiglieri di maggioranza, vi invito a stare attenti ed a sanare tutte queste incongruenze sul prossimo Bilancio. O, quanto meno, verificare che queste situazioni siano sanate. Ne rischiate personalmente, poiché andate a votare un Bilancio che, diversamente, sarebbe gravato da appostamenti di somme di dubbia esigibilità o, come nel caso dell’IMU, da somme non dovute che il Comune ha incamerato e che deve restituire. Tutte voci che al momento sono in Bilancio e che coprono spese e mutui accesi dall’Ente. Una situazione davvero preoccupante per il Comune e per voi consiglieri di maggioranza, che siete a rischio di un intervento della Corte dei Conti e di risponderne in solido con i vostri beni.

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